Ferrara, le imprese in rosa fronteggiano meglio alla crisi
La tenacia nelle avversità è una caratteristica delle donne e le imprenditrici ferraresi, alle prese con una crisi che non sembra attenuarsi, ne sono una ulteriore riprova. Negli ultimi dodici mesi, infatti, l’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara segnala una maggior tenuta nella dinamica anagrafica delle imprese in rosa: tra settembre 2011 e settembre 2012 – periodo durante il quale lo stock delle imprese ferraresi si è complessivamente ridotto di 260 unità – il numero delle imprese femminili ha fatto registrare una lievissima riduzione (-11), attestandosi al valore di 8.020 imprese, pari al 21,5% del totale di imprese operanti nella nostra provincia.
Nel commentare questi dati, la presidente del Comitato provinciale per l'imprenditoria femminile, Fiorenza Bignozzi, ha sottolineato come occorra investire ancora di più su chi aspira a “crearsi” un lavoro sostenendo le donne nel loro percorso imprenditoriale, partendo innanzitutto da una maggiore consapevolezza che tale scelta non debba mai essere considerata “residuale”, ovvero “ultima spiaggia” quando si insinui la rassegnazione di non poter altrimenti intercettare un lavoro che non c’è.
“E' un percorso difficile – ha aggiunto la presidente - che va accompagnato, e per questo il Comitato non si sottrae dal mettersi a disposizione di quante vorranno concretizzare in impresa le loro idee e la loro voglia di fare con scelte oculate e al passo con il mercato, nel tentativo di evitare avventure senza sbocco. Il mercato detta le sue regole e da queste non possiamo prescindere".
A dimostrazione di una maggior vitalità anche il dato relativo alla maggior quota di imprese nate negli ultimi due anni sul totale di attive: 13,1% le imprese femminili contro il 10,4% di quelle che non possono essere definite rosa. Inoltre, nell’imprenditorialità femminile, il peso delle imprese che possono essere definite anche giovanili (imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone di età inferiore ai 35 anni) sta aumentando, al contrario di quanto sta avvenendo tra le imprese maschili.
Ad andare meglio, i Servizi di alloggio e ristorazione (+18) e le Costruzioni (+13). Nel Commercio (-36) e nelle Attività manifatturiere (-26), invece, si concentrano le riduzioni più apprezzabili della base imprenditoriale rosa. Le forme giuridiche collettive sono quelle che contribuiscono maggiormente alla tenuta dello stock, laddove le imprese individuali – le più semplici e più numerose in assoluto, si confermano lo strumento più attrattivo per le donne che scelgono di fare impresa, mostrano un lieve cedimento (-4 unità, pari ad una riduzione dello 0,07% nel periodo considerato). In particolare, le società di persone (-21 il saldo dei dodici mesi, pari ad una diminuzione dell’1,31%) registrano il calo più rilevante.
Il comune caratterizzato dalla maggiore presenza imprenditoriale femminile rimane Massa Fiscaglia, dove la percentuale di imprese rosa sul totale è del 25,5% (contro la media provinciale del 21,5% e di quella nazionale del 23,5%). In fondo alla classifica troviamo invece Goro, che conta meno di 126 aziende femminili su 1000, ma che tuttavia, insieme a Poggio Renatico e Masi Torello, ha fatto registrare gli incrementi più alti negli ultimi dodici mesi.
Tra le imprese femminili aumenta anche il peso di quello straniere: ad oggi se ne registrano 7 ogni 100, una in più rispetto allo scorso anno, con incrementi annuali superiori alle corrispondenti imprese straniere non gestite da donne. E se tra le extracomunitarie che vengono a fare impresa a Ferrara primeggiano le cinesi (una impresa su quattro tra quelle con titolare straniera è cinese), anche rumene, nigeriane e marocchine sono numerose.
Data di aggiornamento: 27/11/2012 14:45